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Jack Nicholson

di Luigi Stocchi & Fabio Anfossi


 

 

 

 

 

 

LE STELLE BRILLANO DI LUCE PROPRIA


Un volto carico di perversa e folle espressività, un ghigno burlesco da malizioso satiro, un nome che non ha bisogno di presentazioni
 

 

John Joseph Nicholson nasce il 22 aprile 1937 a Neptune City, New Jersey, da Donald Furcillo, showman statunitense di origini italiane, e da June Nicholson, studentessa 17enne americana. All’età di tredici anni Jack scopre che quelle che ha sempre ritenuto sorella e madre, in realtà sono madre e nonna. Possiamo già immaginare lo squilibrio emotivo e il caos che fin dalla giovinezza albergano nella mente del personaggio. Giovane ed ancora inesperto, decide di avviarsi a Los Angeles all’età di 17 anni per introdursi nel mondo dello spettacolo; il primo passo lo compie partecipando ai corsi di arte drammatica di Jeff Corey. I suoi studi gli permettono nuove conoscenze nell’ambiente, come quella con Dennis Hopper o con Roger Corman. Sotto quest’ultimo Jack esordisce con The Cry Baby Killer del 1958, a cui fa seguito La piccola bottega degli orrori, di appena due anni dopo con la medesima regia. E’ solo nel 1969, con Easy Rider, che l’attore comincia a far parlare di sé, interpretando un avvocato alcolizzato piuttosto suggestivo e supportando i protagonista di scena Dennis Hopper(anche regista) e Peter Fonda. L’inizio è più che buono ed ottiene una nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista. Durante gli anni ’70 vediamo una grande svolta ed ascesa nella sua carriera. I riflettori si accendono su di lui anche dal punto di vista politico, dichiarandosi l’attore, in contrapposizione con la linea politica nazionale del momento, in particolare contro la guerra in Vietnam e a favore degli stupefacenti, oltre ad esserne lui stesso consumatore. Hollywood in quegli anni si affeziona particolarmente a Jack, trasformandolo in uno dei più gettonati tra gli attori. Nel 1970 recita in Cinque pezzi facili, impersonando Robert Eroica Dupea: ottiene una nuova nomination all’oscar. Nel 1973 ne segue un’altra di nomination con L’ultima Corvè. Arriva il 1974, quando, Nicholson sembra, finalmente, sfiorare l’Oscar con Chinatown di Roman Polanski, ma ancora una volta la sorte avversa ci mette lo zampino e non lo ottiene. Nonostante le 11 nominations, solo per la sceneggiatura riesce a vincere l’Oscar, dopo un difficoltoso “corpo a corpo” con l’altro colosso di quell’anno che gli strappa ben sei premi: Il padrino parte II di Francis Ford Coppola. Il film tuttavia riscuote enorme successo ed ottimi incassi e Jack si aggiudica comunque molti altri premi, per esempio il Golden Globe come miglior attore protagonista, grazie alla sua brillante performance a fianco di Faye Dunaway. Le ambiziose aspettative del nostro eroe vengono infine esaudite: Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman del 1975 è la risposta alla domanda di Nicholson. Il film sconvolge la critica ed il pubblico, aggiudicandosi 5 statuette per regia, film, attrice protagonista, sceneggiatura non originale e miglior attore protagonista a Jack Nicholson. Dopo tanti tentativi a piccoli passi verso la perfezione e sfiorando più volte il traguardo senza però raggiungere la meta, l’attore sfonda con quella che è la sua più tragica, drammatica, folle ma geniale interpretazione. Terzo grande successo della carriera appartiene agli anni ’80, con Shining di Stanley Kubrick, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King. Indimenticabile nei panni di Jack Torrance, scrittore che chiusosi con la famiglia in uno sperduto hotel tra le montagne, è alle prese con una antica entità malefica, che lo consuma letteralmente e lo corrompe fino alla follia. Ricordiamo inoltre due importanti pellicole del 1981: Reds di Warren Beatty, per cui riceve nomination come miglior attore non protagonista in un tragico e rosso scenario della rivoluzione d’ottobre, e Il postino suona sempre due volte di Bob Rafelson. Arriva il 1983 e Jack vince un altro Oscar come attore non protagonista in Voglia di tenerezza dell’amico James L. Brooks. Un nuovo altro grande successo dall’essenza sentimentalmente conflittuale. La collaborazione con Tim Burton nel suo Batman(1989) rappresenta un’aneddotica tappa per Jack, che gli valse 60 milioni di dollari, entrando nel Guiness World Record come l’interpretazione fino ad allora più pagata nella storia del cinema. Inutile dire che a Hollywood i milioni di dollari scorrono come noccioline. Col passare degli anni la bravura dell’artista non diminuisce, ma, forse, la sua fame di gloria e denaro, è abbastanza smorzata e soddisfatta; numerose sono le nuove nominations senza però esser seguite da statuette: L’onore dei Prizzi(1985), Ironweed(1987), Codice d’onore(1992). Quest’ultimo riscuote un discreto successo presso il pubblico, esattamente come Wolf – La belva è fuori(1994) di Mike Nichols. Dopo qualche anno ritornato gli allori con il nuovo grande trionfo Qualcosa è cambiato(1997) di James L. Brooks che gli permette di vincere l’Oscar come miglior attore protagonista, il terzo della sua carriera. Negli ultimi tempi si diletta con diverse parti, più o meno in vista, più o meno di spessore: La promessa(2001) di Sean Penn, A proposito di Schmidt del 2002, pellicola di grande successo costruita letteralmente sulla sua persona per meglio dar sfogo alle sue capacità: il risultato è la vincita di un Golden Globe mentre l’Oscar, più meritatamente, se lo aggiudica Adrien Brody ne Il pianista di Polanski. E’ doveroso, infine, ricordarlo in altri film come The Departed – Il bene e il male(2006) di Martin Scorsese, violento e malavitoso poliziesco, e Non è mai troppo tardi(2007), pungente dramma tra la vita e la morte, affiancato da Morgan Freeman. Dopo numerosi film di indubbia fama, dopo la collaborazione con alcuni grandi registi ed attori, dopo aver vinto 3 Oscar e detenere il record di candidature del medesimo(12) e molti altri premi ancora, possiamo, o meglio dobbiamo, ritenere Jack Nicholson uno dei più grandi e peculiari attori della storia del cinema.


 

 

 

Cielo Astrale

 

Jack Nicholson

 

E’ nato a Neptune City - New Jersey (Usa) il 223 aprile 1937 alle 11:22

Toro Ascendente Leone. Luna in Vergine. 

 

Carta Astrale

 

 


Nessun attore del cinema americano, dell'era post-Marlon Brando, ha dimostrato il talento, il carisma, l'audacia e la serie di trionfi sugli schermi di Jack Nicholson. Così, almeno, sostiene Patrick McGilligan, uno dei migliori critici del cinema mondiale, autore della biografia definitiva di Nicholson.
Nella sua carta astrale queste qualità sono rappresentate dal Leone, segno che ospita l’Ascendente: Nicholson mostra una grande sicurezza, talvolta eccessiva, tanto da renderlo prepotente e arrogante. Il Sole (l’Io, la personalità di base, gli ideali di vita) è invece collocato nel segno del Toro. L’elemento dominate di questa accoppiata è la forza attiva, rappresentata dalla potenza dei due elementi che presiedono ai due segni, la terra e il fuoco, che qui troviamo efficacemente assistiti da una concentrata esigenza di dominio e di supremazia. Combinazione suggestiva che orienta Nicholson verso propositi prevalentemente concreti (caratterizza tutti i nativi del Toro), i quali non trascurano una smania accentratrice da appagare in qualche modo, quel che d’altra parte suggerisce l’Ascendente Leone, segno di potere, di esibizionismo e di ambizione. Segno del Leone connesso anche al palcoscenico, allo spettacolo, al cinema!


Il Sole è alto, allo Zenit, nella zona più alta e più importante del cielo, congiunto a Urano: Nicholson è ribelle e anticonformista in modo evidente. Da manuale anche la Luna in Vergine nel terzo campo: lo rende critico ai massimi livelli, ma anche astuto, sensibile e fantasioso. L’opposizione con Saturno sottolinea la sua longevità e un certo contenimento emotivo; suggerisce inoltre difficoltà, problematiche durante l’infanzia e l’adolescenza: solo al tredicesimo anno di età ebbe modo di scoprire che sorella e madre in realtà erano madre e nonna. Sempre la Luna parla di un uomo pratico, razionale, caratterizzato da un notevole senso di responsabilità e di realismo: è abile e scaltro nel business come la stragrande maggioranza dei nativi di terra, determinato e rapido nel cogliere le migliori opportunità. L’astrologo non esclude neppure un filo di avarizia, tanto meno il senso del possesso, il bisogno di accumulare e collezionare, di selezionare e tenere tutto in ordine. Ogni sua azione risponde a un metodo e una logica: Nicholson è diligente, coscienzioso, perfezionista, critico e ipercritico. Soprattutto nel lavoro più che a guidare o a creare, tende ad eseguire o a rielaborare. Cerca, ha bisogno di avere al fianco una donna intelligente e sobria, con cui condividere il gusto dell’ordine e della semplicità.


In questa curiosa esplorazione astrologica non passa inosservato neppure Marte (la grinta, la combattività, la sessualità) nel passionale e avventuroso segno del Sagittario: Nicholson è da Oscar anche per quanto riguarda la sfera sentimentale e sessuale. In questo caso andrebbe scritto un lungo capitolo…

 

Il Futuro

 


Giove nel XII° Campo e Saturno nel IV°, segnalano una fase sotto tono, meditativa, riflessiva. In effetti, in questo momento gli interessi di Nicholson sono tutti centrati sulla vita domestica e personale. Con questi transiti planetari tutti i problemi connessi con la vita privata arrivano a un punto critico: tutto ciò che finora si è sopportato senza alzare un dito, ora deve essere preso di petto. Perciò gli effetti di questi transiti vanno da una semplice riorganizzazione della casa e della vita privata, a una revisione totale di tutte le relazioni personali (contatti sentimentali, amichevoli e di lavoro).


Nuovi scenari si apriranno nel corso dell’estate di quest’anno, momento in cui Giove (fortuna, denaro, espansione, successo) si congiungerà all’Ascendente: Nicholson inizierà un nuovo ciclo della sua vita. Questo vuol dire che il settore professionale gli consentirà di imboccare nuove strade, forte anche dei consensi e dei successi ottenuti dai film in uscita in questi ultimi mesi. Buone notizie anche dal fronte privato: la sfera sentimentale potrà godere dei benefici di Giove (a partire da febbraio 2015) e di una stabilità mancata completamente negli ultimi quattro anni.